Erborando piano "A Perigord pres del muralh... "
Ezra Pound

Accomodatevi. Iniziarne... Il quorum, come sempre, non mi pare raggiunto... Un bel po' di assenti. Devo confessare che col passare dei mesi, e soprattutto da quan­do faccio il vicedirettore del Dipartimento Occidentale, il nostro Istituto, che si chiama di Ricerca e anche Accademico nazionale e per giunta Della letteratura mon­diale, assomiglia sempre piu a una clearing house di studi pratici sulla desertificazio­ne... E una mia vecchia battuta, carina, ancora valida, n'est-cepas, compagni? Siamo in un deserto, non mi stanchero mai di ripeterlo. Alcuni collaboratori tutti i giorni del mese, salvo i giorni della busta paga, capitano in sede solo per appoggiare le giac­che alle spalliere e poi scappare, non so in quale dirczione. Anzi, lo so di certo: scap­pano a fare la spesa nei negozi di alimentari, vanno per biblioteche facendo ricerche estranee a quelle dell'Istituto, e soprattutto vanno al cinema, nelle sale d'essai... So che questa, per esempio, e la settimana del cinema francese. So inoltre che alcuni, meglio non fare nomi, sono impegnati in barba a tutti gli orari lavorativi come tra­duttori simultanei di film, cosi riescono a vederli, guardano persino le pellicole riser­vate al pubblico scelto, entrano nelle sale per addetti ai lavori e per i capi di partito. Invitano pure uno o due loro amici, li portano direttamente nelle cabine... Che fare? Anche io piu di una volta sono stato invitato. La cabina del traduttore non e un buon posto per vedere il film, ci sono cuffie solo per l'interprete e gli altri devono ascoltare le sue urla al microfono. Ma bisogna comunque ringraziarli, i nostri colle­ghi poliglotti, con il loro aiuto anche noi abbiamo accesso a film splendidi vietatis-simi: Casanova, II portiere di notte, Uccellacci e uccellini...
Tuttavia consentitemi, cari compagni e colleghi, ci sono modi e modi. Un po' di educazione, diamine. Almeno quattro ore di presenza al mese. Quando avevamo deciso di fissare questa nostra benedetta assemblea, lejourfixe, entre nous soit dit, un mercoledi si e uno no, tutti voi avreste potuto obiettare. Ma visto che si e deciso cosi, poniamo fine all'assenteismo! Guardate che se qui vengono a con­trollare, non voglio rispondere solo io per tutti. Ditelo ai compagni assenti, dite loro che al massimo entro la sera di domani mi dovranno presentare serie giusti­ficazioni... Bene, e per carita, lasciamo questo penoso argomento.
La nostra assemblea e dedicata all'approvazione del programma e alla scelta dei nominativi per il lemmario Memorabili date, il cui prossimo numero sara intito­lato "Eventi memorabili delle belle lettere e delle arti". Uscira tra due settimane, il 27 novembre; spero che i nostri compagni del reparto europeo abbiano gia abbozzato l'elenchino dei nomi da segnalare.
Mi raccomando, tutte le date devono essere possibilmente tonde. Centenari, bi- e tricentenari sono materiale esplosivo, ma alla luce delle ultime direttive del partito - "Avvicinarsi all'attualita", ricordate? - gradirei piu di qualsiasi altra cosa candidature di persone che di anni ne compiono o ne compiranno settantacinque. Dei cinquantenni non posso fidarmi. Sono vulnerabili, non formano figure soli­de e sicure. Chissa quante sciocchezze saranno capaci di combinare anche nel prossimo futuro. Mettete che a un tratto vogliano convertirsi, cambiare orienta­mento. Cominceranno a collaborare con la BBC o con un'altra radiotrasmittente del nemico? Si pronunceranno in sostegno di qualche noto dissidente, di un poeta, di un detenuto, di qualcuno che noi qui a Mosca abbiamo sbattuto nella gabbia dei matti? Per gli intellettuali occidentali, fossero pure i piu simpatizzanti, i flirt ideologici sono giochi affascinanti. Slogan del genere "Bukowski libero oggi!" sono per loro chiappoli sonori, da strillare tanto per schiarirsi la voce. Per me, invece, che avro appena pubblicato un buon articolo su questo piccioncino vociferante, il suo gemito puo valere anche la perdita della tessera del partito.
All'apertura della riunione ho sentito che i compagni del reparto europeo sug­gerivano di prendere in visione, oltre agli scrittori famosi, i loro traduttori. Qualcuno ha fatto il nome di Tatiana Gnedich. E una famosa traduttrice dall'in­glese e dal tedesco... traduttrice di Shakespeare, quella di Leningrado. Viene molto raramente da noi a Mosca. Non la vedo da secoli. Lei e nata nel 1907? Quindi casca a pennello, compira settantacinque anni. Tutti noi conosciamo le sue geniali traduzioni in rima. Mi turba soltanto il suo curriculum... Ma come? Qualcuno di voi sperava che non mi ricordassi? Carissimi, ho la memoria di ferro io, e poi si tratta di una vita fuori dal comune... Penso che alcune vicende legate al nome di Tatiana Gnedich le conoscono anche i bambini. Subito dopo la guer­ra fu processata, sconto dieci anni in prigione e nei campi di lavoro sibcriani. La traduzione del Don Giovanni di Byron, la Gnedich l'ha fatta quasi interamente in prigione, citando a memoria l'originale inglese e memorizzando interamente la sua versione russa man mano che la traduceva, perche in cella non si trovavano ne libri ne carta ne matite... E risaputo, non importa che non lo troviate scritto da nessuna parte; ma poi scusate, particolari cosi coloriti che bisogno c'e di pubbli­carli? La signora Gnedich dovrebbe ringraziare la sorte di essere uscita viva dai lager, e che la traduzione alla fine, dopo la consueta assoluzione a posteriori, sia stata pubblicata... Poteva non vederlo mai stampato, questo capolavoro ciclopico. Appoggio 'a sua candidatura. A una condizione pero: che preparando la scheda, a nessuno di voi venga in mente di intervistarla chiedendole di narrare le peripezie della sua carriera.
...Cosa? Ma lei e sicuro? Qui mi dicono che la Gnedich e morta da un paio di anni. E meraviglioso! Con i morti la situazione e piu tranquilla. Non fanno bizze e non rilasciano dichiarazioni imbarazzanti!
Su, sbrighiamo la parte piu spinosa. Vorrei vedere innanzitutto quel bendidio che avete nel magazzino-vivi. Chi sono i nostri vivi? Che cosa mi avete prepara­to? Sta chiedendo la parola il rappresentante del settore russo. Prego, prego!
Oh, no, Varlam Shalamov no! Queste provocazioni ve le permettete, chissa perche, solo con me, con nessun altro. Si, certo, Shakmov non e proprio un dis­sidente... Ma trovero in questa stanza un minimo di serieta? Capisco la vostra associazione di idee, compagno... stavamo parlando giusto degli ex carcerati dei lager. Ma vi prego di smettere con le ragazzate. D'accordo, Shalamov avrebbe dovuto compiere settantacinque anni, ma se vogliamo proprio sottilizzare, non e per' niente tra i vivi, ha smesso di soffrire all'inizio di quest'anno in quel lurido dormitorio per i senzatetto paralizzati. Possibile che non sappiate mai niente? O fate finta? C'era tutta Mosca ai funerali. Che ressa, quanti uomini illustri... Una volta avevo fatto insieme a Shalamov la fila, in attesa, all'ambulatorio degli scrit­tori sovietici, e ho pensato che, se gli hanno dato la tessera, probabilmente e per­che la nostra Fondazione Letterati considerava Shalamov una persona credibile. Mi era parso strano: come mai lo trattavano cosi bene dopo vent'anni di lager e cinque di confino? Comunque sia, / Racconti di Kolyma non saranno mai, ricordatevelo, mai pubblicati in Russia... Gli americani e gli europei sono padronissi-mi di fare quello che desiderano. A Londra e uscita un'edizione dei Racconti di Kolyma, un'edizione in lingua russa, quasi completa, fantastica... Voglio dire: di un'arroganza fantastica: come potete immaginare, non l'ho ne sfogliata ne vista ne tenuta in mano... Questi inglesi stampino pure quello che trovano giusto. Strumentalizzino pure, nel nome della loro solita politica denigratoria puntata contro il mondo socialista. Shalamov e stato insignito addirittura del premio del Pen Club. Questo tra parentesi. Per voi e per me l'opinione del Pen Club vale meno di zero, giacche, come sapete, i rappresentanti dell'Unione Sovietica non aderiscono a questa organizzazione antipopolare.
Ma sul serio, datemi' i nomi. Mi raccomando, uno buono, regalatemi un uomo carino! Astrid Lindgren? Evviva! Uomo si fa per dire, ma va sempre bene. Astrid Lindgren, classe 1907, e perfetta per qualsiasi commemorazione... A parte il fatto che la sua traduttrice di fiducia, Liliana Lunghin, che ha tradotto dieci libri della Lindgren, mi sembra di discutibili frequentazioni. Ha per amici tutti i dis­sidenti, ed e pappa e ciccia con l'emigrato politico Viktor Nekrasov. Il figlio Pavel Lunghin, regista, e andato a vivere, su invito di Nekrasov, a Parigi; chissa come gli hanno permesso di uscire fuori dalla Russia. Anche la madre non fa che andare in Francia, in Svezia; si vede che le rilasciano senza problemi il passaporto, che la trattano bene; succedono delle cose in questo mondo... amico Grazio. Morale: Lindgren come tema del servizio mi soddisfa, ma evitiamo interviste con Liliana Lunghin. Scrivete come se la traduttrice non esistesse: create l'impressione che questo Karlsson sia nato gia russo, gia pronto, con quella sua buffissima parlata piena di barzellette.
Ma pur apprezzando Lindgren scrittrice per l'infanzia, vi pregherei di rimane­re cauti e moderati. Il modello di famiglia propagandato dalla Lindgren non mi sembra coerente con i valori della nostra morale socialista. Cosa sono tutti quei suoi protagonisti bambini che se la sbrigano senza i genitori? Sono orfani o cosa? La societa non li sostiene ne li cura ne li controlla. Fanno quello che vogliono e stanno bene lo stesso! Cosa insegnano le loro stupide avventure?
Un altro argomento da evitare scrivendo l'articolo su Lindgren sono le scenate isteriche che lei ogni tanto fa alla nostra Agenzia statale dei diritti d'autore. Chissa perche Lindgren pretende che le paghino le royalties. Noi rimaniamo ben convinti che Pippi Calzalunghe, essendo un'opera degli anni '50, non vada pagata in nessun caso. Per quel che riguarda l'ultimo libro della trilogia di Karlsson, possono esserci punti di vista diversi... L'Unione Sovietica aderi alla Convenzione di Berna il 15 maggio 1973. A proposito dei libri pubblicati nel 1973 sorgono sempre discussio­ni tra noi e i capitalisti. Sulla pagina di copyright delle edizioni occidentali nor­malmente non viene indicato ne il giorno ne il mese. La scritta sull'ultima pagina contiene l'anno, ma e solo l'anno di stampa. Si puo sempre ipotizzare che le tiratu­re fossero rateizzate, o diluite nel tempo. I loro agenti, tutti agguerriti, devono capi­re che i libri usciti nel 1973 sono da considerarsi pre-convenzionali, quindi gratui­ti, compreso Karlsson e compreso un mucchio di altri long seller e blockbusters.
In un paese come il nostro, voglio vedere come faranno a costringerci a salda­re quelle immense royalties... Con le tirature di milioni di copie di tutte le Pippi e i Karlsson! E di quanti altri autori! Su Salinger, su Hemingway, su Robert Frost, su Francoise Sagan, su Evelyn Waugh, su Max Frisch, su Alberto Moravia possia­mo vantare quantitativi che superano le cifre totali mondiali... La stessa cosa vale per i testi classici, medievali, filosofici. Prendiamo Erasmo da Rotterdam: la casa editrice Nauka sapete quante copie ha tirato dell'edizione critica accademica? Ve lo dico io: venticinquemila copie! Tutte esaurite, e si trovano in libera vendita solo in qualche sperduto villaggio tagiko, dove i libri arrivano dal centro in base alla distribuzione pianificata... I tagiki non possono comprare libri, per prima cosa perche nei loro colcos non circolano soldi, dal momento che alla fine della rac­colta del cotone tutti i tagiki vengono premiati in pecore... Seconda cosa, loro sono nomadi, le librerie nelle capanne non ci starebbero. Chi di voi e mai anda­to da quelle parti, inviato magari dal nostro stesso Istituto per una serie di confe­renze sulla letteratura europea, sa quanti libri meravigliosi si riescono a recupera­re, e sa che vale la pena accettare incarichi di questo tipo, piuttosto di evitarli in tutti i modi, come di solito succede...
Torniamo a Erasmo: quest'inverno ho visto una coda spaventosa sotto le porte della libreria Akademia di fronte al palazzo delle poste. La coda si era formata per­che tutti sapevano che stava per essere venduta appunto l'edizione critica di Erasmo, e aspettavano. Le solite facce dell'intellighenzia, medici della mutua, insegnanti... Insomma, la fila si innervosiva per il troppo freddo, perche erano circa dodici gradi sotto zero... I libri, in realta, i commessi ce li avevano addirit­tura dal giorno precedente, ma continuavano a occultarli, per puro sadismo. E sul piu bello, quando i commessi cominciarono ad avere certe facce, ancora piu gonfie di importanza del solito, segno che tra un minuto o due avrebbero iniziato a spacchettare quei cartoni con Erasmo... avrebbero cominciato a deperii sul banco... arriva un poliziotto, il vigile zonale, usa il fischietto, fa stringere la fila, e si fa largo tra la folla e per primo si aggiudica due copie del volume... Le com­messe erano comunque perfette, irremovibili, non davano a nessuno, neppure al vigile, piu di due copie a testa. Ma perche vi ho raccontato questa storiella? Perche... ecco il perche. Per ribadire la mia antica tesi, che in un paese dove leg­gono tutti e tanto, sarebbe inimmaginabile rispettare la cosiddetta tutela del copy­right... E poi, fino a che punto dobbiamo farli arricchire, i capitalisti?
Procedo con i vostri appunti. Che razza di data e? Il 28 novembre 1582 Shakespeare ha sposato Anne Hathaway? Non mi sembra sia stato un evento cosi felice! Il matrimonio si rivelo un disastro. Eppure... senza dare ascolto a questi miei commenti, pensando all'edizione, forse non e una brutta idea. Quattrocento anni dalle nozze di Shakespeare! Cosi sbatteremo sulle prime pagine un bell'arti­colo su Giulietta, sull'amore platonico e l'amore epicureo. Afrodite Urania e Afrodite Pandemo... Fermiamoci all'ultima... Per chiudere, un bel servizio illu­strato su Venere Callipige. Naturalmente scherzo... Andiamo avanti.
Ma chi mi indica finalmente uno scrittore per bene, un vero volto da coperti­na, un big della letteratura mondiale, progressista, amico del nostro paese, un soli­do realista di settantacinque anni? Datevi un po' da fare... Finalmente ci siamo? Chi e? Vedo, vedo: Alberto Moravia, autore del ciclo Racconti romani, pieni di rea­lismo, descrive la vita della gente comune, e antifascista, sostenitore dei partigia-ni... E difensore delle popolazioni oppresse del Terzo Mondo...
Mah. Mi pare che fosse un vecchio erotomane. Mi hanno raccontato qualcosa dei suoi ultimi romanzi, giusto o sbaglio? Di quello che s'intitola Io e lui, indovi­nate cosa significa "Lui"!!! Bravi, non ne dubitavo. Moravia appartiene alla schiera dei vecchi sporcaccioni che vanno con le donne piu giovani di cinquant'anni. Moravia si mise poi con una studentessa, lettrice universitaria, una tipa... una spa­gnola di ventidue anni, le ha dedicato un libro super-erotico che s'intitola La cosa — inteso, naturalmente, l'organo intimo corrispettivo al suo Lui... Ma tutto e leci­to, per carita, finche rimangono affari privati. Ma per esempio, Tonino Guerra, un altro anziano a cui piacciono le ragazzine... era venuto in Russia un paio di anni fa, ospite della Commissione Internazionale dell'Unione Scrittori dell'URSS. Si e tro­vato qui una graziosa Callipige... E poi per convincere il presidente dell'Unione Cineasti, Ermash, ad aiutarli a partire insieme per l'Italia, sai che discorsi ha fatto? Tonino Guerra gli diceva: "Senti, Ermash, ce l'hai ancora duro? Su, dimmi, qual­che volta ti si raddrizza? In questo caso, ascolta, mi devi capire..."
Discorsi scandalosi, e poi dove! Nella sede dell'Amministrazione del Consiglio dell'Unione... Raggiunta una certa eta, cedesti vip della cultura mondiale diven­tano veramente rimbambiti; dicono cose terribili.
Direi questo: mi puo andare bene, finche rimaniamo sul privato. Immaginatevi pero questo romanzo, dove l'uomo parla con il suo membro sessuale. La cosa, dedi­cata alla sua giovane amante, e oscena... Osceno anche il film II conformista... L'ho visto da un amico del partito, in villa, proiezione riservata... Pieno di libertinismo, girato su un romanzo di Moravia. Il nostro bravo realista, sinceramente, mi susci­tava piu fiducia nei tempi dei Racconti romani, prima di tutto questo putridume. Era impareggiabile quando scriveva le sue fiabe per bambini, e dei rinoceronti, dei dinosauri, dei cammelli... fiabe che sono state appena tradotte e pubblicate in quel volumetto splendido, cosi tranquillo, per ragazzi, assieme ad altri autori italiani molto bravi. Devo avere qui in cartella la scheda di lettura appena consegnata da un dottorando. A proposito, mi chiede di firmarla per il pagamento; facciamolo subito... ecco, e ora vi leggo i nomi: Gianni Rodari... scontato... Luigi Malerba, Carlo Bernari, Guido Cozzano, Antonio Baldini...
Torniamo a Moravia: a parte le farneticazioni dell'erotismo senile, dobbiamo esaminare anche la sua fisionomia politica e sociale. Mi ricordo una sua intervista. Raccontava della giovinezza, degli eventi storici che gli tocco vedere e seguire sui giornali. Tra l'altro, diceva questo: "Si parlava molto della rivoluzione russa, di Lenin... Una giornalista americana era andata al Cremlino. Aveva girato per il Cremlino cercando Lenin. A un certo punto era entrata in una stanza dove c'era un biliardo e sul biliardo una scimmia che mangiava delle noccioline: era Lenin!"
Dobbiamo essere all'erta, compagni. Occhio vigile! Una frasina del genere puo rovinare una bella biografia. Sapete che alla riunione dedicata all'edizione critica di Daniel Defoe, ma vi dico proprio l'altro ieri, alle Letterature Accademiche, siamo stati costretti a rinunciare alla pubblicazione della traduzione (completamente pronta, com­mento fatto) di Robinson Crusoe, parte seconda: "The Partner Adventures of Robinson Crusoe, Being the Second and Last Part of His Life", perche abbiamo trovato la frase "Sono arrivato fino agli Urali, ma siamo sempre nei confini territoriali della Cina"... Meno male che ce ne eravamo accorti, altrimenti figuratevi le conseguenze.
L'intervista velenosa di Moravia io la ricordo non perche abbia studiato la questione (oh, come faccio a seguire tutto?). Questa frase mi colpi molto in uno dei resoconti che preparano ogni settimana i nostri giovani ricercatori che poi noi inviarne al "Fondo speciale segreto di stampa periodica della Biblioteca Lenin". Per citare una bella metafora inventata recentemente da un letterato ita­liano, li inviarne al Finis Africae...
Ah, vedo che qui molti accennano con aria di comprensione... Dunque sapete di cosa parlo! Ma certo, del romanzo // nome della rosa. Si. E un libro che all'este­ro sta avendo un enorme successo. Ho qui tutta la biografia dell'autore, appena l'al­tro ieri abbiamo bocciato la proposta di pubblicazione... Vediamo. Umberto Eco e un professore... Semiologo! Naturalmente cio non facilita la sua sorte. Che buffo, e del 1932, quasi quasi sarebbe papabile per il nostro meraviglioso lemmario... Guarda un po', cinquant'anni, pensavo di piu, e da tanto tempo che e un perso­naggio noto. Mi ricordo di averlo incontrato, ero l'accompagnatore della delega­zione italiana qui nel nostro Istituto vent'anni fa, nel 1962. Loro erano venuti al convegno dei semiologi. Che epoca romantica, il disgelo. Quante speranze... Quanta nostalgia... Convegno di semiotica a Mosca... Ora mi sembra fantascienza.
// nome della, rosa, devo dire, fara probabilmente molta strada, conquista il let­tore, lo leggi d'un fiato... Fara, ripeto, tanta strada, ma non da noi. L'altro ieri alla riunione del consiglio di redazione della "Letteratura artistica" avevamo discusso le eventuali prospettive della pubblicazione di questa opera in russo. Era l'idea di Elena Kostioukovich, la nostra giovane collega qui presente, la conosciamo, dottoranda, si specializza nel secentismo italiano.
Lei, collega, immagino che sia gia stata informata della cattiva riuscita del suo progetto. Imbronciata. Sdegnata, o sbaglio? Benissimo, non ho niente da nascon­dere, glielo diro tranquillamente in faccia, le spieghero quali sono stati i motivi che mi hanno convinto a dire no alla sua proposta, e anche a schedare il mio pare­re negativo nei "Protocolli sulla letteratura estera", che inviamo alla fine di ogni mese al Comitato Centrale del Partito. Cio significa, come lei ben sa, che il libro entrera perennemente nell'indice dei libri proibiti.
L'ho bocciato non solo in quanto propaganda di bindolerie religiose... Anche se credetemi, in realta solo questo poteva bastare! L'azione si svolge in un monastero! To­nache, preghiere, fiumane di chiacchiere chiesastiche! E noi atei convinti dobbiamo subire tutto, permettergli di riempire le nostre teste di problematiche parrocchiali?
II partito ha nettamente predisposto una linea da seguire nei confronti dei ten­tativi di proselitismo, a maggior ragione di quello cattolico. Il mese scorso abbia­mo di nuovo fermato alle porte della tipografia la miscellanea Poesia europea medioevale di Lingua latina, visto che i titoli dotti servono a certuni per maschera­re delle vere e proprie raccolte di testi cultuali.
Ho bocciato il romanzo di Eco che lei aspirava a tradurre anche perche inizia, come lei certamente sapeva ma nella sua scheda non ci segnalava, con la descrizione degli eventi dell'agosto 1968 a Praga. Eco scrive: "le truppe sovietiche entravano nella sven­turata citta"... e poi struttura su questo incipit l'intera trama del soggetto. Cos'altro e il monastero aperto al nemico se non l'immagine di Praga occupata da noi russi?
Ma il peggior difetto e che // nome della rosa rappresenta un vero manifesto dell'eurocomunismo... E il culmine del relativismo nell'approccio ai processi sto­rici! Insomma, la compagna Kostioukovich dovrebbe mettersi bene in testa: non­ostante il fatto che lei abbia gia trascinato in stampa un articolo su questo roman­zo, meno male che lo pubblico in una rivista per specialisti, e ci e riuscita solo per­che in quel momento faceva lei stessa la sostituta di caporedattore, nonostante tutto cio, e inutile sperare nella pubblicazione di questa opera nociva in russo. Se
10 scordi, e mi creda, lo dico anche per il suo bene!
Dovrei aggiungere una attenuante, facendo l'avvocato del diavolo: in una deli­cata situazione l'autore del Nome della rosa, quell'Eco, seppe comportarsi vera­mente bene... Dopo la pubblicazione adX Arcipelago Gulag in Italia... otto anni fa... Eco chiamo Solzhenitsyn "un Dostoevskij da strapazzo". E stata una mossa molto saggia da parte sua. Anche Moravia si rivelo molto leale nella stessa occa­sione, lui accuso Solzhenitsyn di nazionalismo e slavofilia...
Riflettendo su Moravia, c'e un altro bel particolare che mi viene in mente... In un discorso pubblico pronunciato dal fratello di Mussolini, Arnaldo, erano pre­senti le parole: "Vorremmo sapere se la gioventu italiana deve leggere i libri di Decobra, inventore di facili avventure decadenti, di Remarque, distruttore della grandezza della guerra, e di Moravia, negatore di ogni valore umano..." E una meraviglia come lo ha trattato male! Ci aiutera moltissimo questo episodio. Solo che aspettate un attimo, alt! Non e per caso che Mussolini lo disprezzava non per
11 suo operato antifascista, ma semplicemente perche Moravia e ebreo? Cambierebbe tutto. Mica siamo qui per difendere le cause ebraiche, favoreggian­do il solito vittimismo del sionismo mondiale.
Scusate, si vede che la segretaria non prende, devo rispondere io a questo stu­pido telefono.
Prego silenzio, un momento, qui mia figlia da casa mi chiama per avvertire che da tre ore la tv trasmette II lago dei cigni... In che senso? Su tutti i canali? E il tele­giornale? Non c'e stato nessun telegiornale?
Bella storia. Hanno cancellato il concerto dedicato alla Giornata nazionale della polizia! Mia figlia e disperata. Dovevano essere trasmesse alcune registrazio­ni di musica leggera. Mia figlia le stava attendendo come la manna. Un suo amico il cui papa lavora al montaggio dei nastri, le ha detto che nell'ultima parte proba­bilmente avrebbero mostrato addirittura un brano dei Boney M., sapete questo gruppo? Sono danesi? Olandesi? Si, ha ragione, sbagliato tutto, non poteva trat­tarsi dei Boney M., che sono quelli che cantano "Ra Ra Rasputin, Russian grea-test love machine", naturalmente non potevano essere ammessi alla nostra tv, ha ragione, si trattava del gruppo ABBA o qualcosa di questa specie.
In ogni caso, ai nomi e ai fatti ci tengo, come sapete ho una memoria di ferro... altrimenti come faro a gestire il dipartimento... richiamero la figlia. Senti, dicevi che stasera si aspettava il gruppo ABBA alla fine del concerto della polizia? Ecco che aveva ragione un mio collega, io invece avevo detto una cosa talmente creti­na.... No, non te lo dico per il momento, te lo diro dopo, non e un discorso da telefono... Senti, un'altra domanda cosi per curiosita: alla tv c'e ancora il concer­to? Bene. Perche non vai dalla zia a sentire un po' cosa succede?
Compagni, non so se mia figlia ci sapra dire qualcosa. La zia, sorella di mia moglie, abita nel nostro stesso palazzo ma le sue finestre danno sull'altro lato. Intendo dire che le sue finestre danno sul lato opposto rispetto alla grande pub­blicita in viale Kalinin. Mio cugino mi ha raccontato che quando lo montavano, quel globo gigantesco di Kalinin, lo hanno farcito di migliaia di aggeggi elettro­nici, collegati direttamente ai satelliti, per avere la copertura efficace di tutte le radiotrasmissioni nemiche. Nel nostro condominio solo mia cognata ha la fine­stra che si trova in zona ombra, a volte se puntiamo bene l'antenna del ricevitore, riusciamo a sentire qualcosa, ma di solito dopo la mezzanotte. Ora, alle quattro di pomeriggio, ne dubito francamente.
Ma nella sede dell'Istituto, possibile che non ci sia un apparecchio tv? E dov'e? Ah, che stupido, l'avevo visto tante volte anche io, nell'ufficio del direttore... Va bene, andate ad accenderlo. Ma no, vi autorizzo io. Piazzate li qualcuno che ci fara un fischio se ci sara un annuncio ufficiale. Va bene, d'accordo, andiamo insieme. Vado con lei, apro personalmente con la chiave, poi tornero, dobbiamo andare avanti con la riunione...
...Rieccomi, scusate, sono rimasto un po' a vedere la tv, ovviamente II lago su tutti i canali. No, cioe sul primo trasmettono il Primo concerto di Ciajkovskij. Credo che la situazione e abbastanza chiara, c'e da aspettarci l'annuncio ufficiale, cosa dite? Per la verita, considero il momento che viviamo, quando tutto il nostro paese e come un sol uomo... insomma, il momento mi sembra inadatto per le riunioni dedicate ad altri argomenti. Telefonerei a qualcuno per sapere cosa ci indicano di fare... Probabilmente l'Istituto sara chiuso per tre o quattro giorni... D'altronde, ci troviamo in pieno centro storico e in questa zona semplicemente non faranno passare nessuno...
Ciao, guarda chi si vede. Sei arrivata di corsa, figliola? Sei stata dalla zia? Ecco, ma anche noi qui gia abbiamo la stessa ipotesi. Quindi loro non sanno piu di noi? Qual e l'espressione che hanno usato? Ma che modo tortuoso di formulare. "Mister Breznev himself may have died..." Si vede che anche Voice of America ragiona in base a questo cigno dei laghi... scusate ho detto il contrario... insom­ma a quel balletto in tv.
Li fuori la portinaia sta raccontando: nel tram tutta la gente ormai ne e piu che certa. Una donna ha detto: "Meno male che ha smesso di soffrire. Una per­sona vecchia e malata, ma come faceva a gestire tutto questo enorme meccani­smo?". Malato certamente si, ma vecchio, come si dice, e un po' esagerato... In che anno e nato Leonid Illich? Ah si, ora mi ricordo, all'inizio dicevano che era del dicembre 1906, e poi hanno rifatto il calcolo in base al calendario rivoluzio­nario, e gli hanno limato un annetto! Divento del 1° gennaio 1907... Ma che coincidenza! Anche lui settantacinque anni nel nostro 1982! Ecco dov'era l'uomo vivo che abbiamo cercato tutto il pomeriggio! Pero di nuovo abbiamo fatto buca... Comunque buona sera a tutti quanti... Cioe naturalmente non e buona per nien­te. Domani telefonatemi per sapere come e finita... Cioe per sapere come e cominciata... Non so, scusatemi, sono un po' confuso, e vi saluto.