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La dottrina dell’Universo russo e l’ideologia velenosa di Vladimir Putin"

Come spiega Elena Kostioukovitch nel suo ultimo libro, a motivare le scelte del presidente russo è anche un pensiero pericoloso forgiato da studiosi come Anatolij Fomenko e Aleksandr Dugin che propone una rivisitazione della storia irrazionale e paranoica nel nome di un assolutismo magico.
Tutto il mondo si chiede con grande curiosità: cosa passa nella testa di Putin? Qual è il vero scopo dei suoi discorsi intimidatori alla televisione, pieni di incoerenze, a giustificazione dell’invasione dell’Ucraina?
Per cercare di scoprirlo, può essere utile affidarsi alle analisi dei politologi, con le loro fonti colte e il loro metodo efficace. Ed è validissimo pure l’approccio storico-biografico, cerebrale, di matrice psicanalitica, che si concentra sull’analisi del suo linguaggio. In tal modo si evidenziano persino le parentele del suo vocabolario con il lessico del Terzo Reich. Basti notare che il leader russo, parlando di “soluzione finale” della questione ucraina, ha auspicato una okonchatelnoe reshenie (equivalente russo dell’Endloesung tedesco), richiamando proprio la “soluzione finale” prospettata dai nazisti contro gli ebrei a partire dalla Conferenza di Wannsee (1942).

C’è però un’altra via, abbastanza inedita, per cercare di comprendere i recenti avvenimenti. Si tratta di recuperare nel substrato storico-antropologico e di analizzare alcuni concetti del pensiero post sovietico, come la nozione di “Universo russo” (Russkij Mir), utili ad aggiungere un elemento nuovo al dibattito culturale.

Per esempio, emerge che la politica di Putin si appoggia su specifiche formulazioni storiche, o per meglio dire pseudostoriche, come la Nuova cronologia: una corrente di pensiero sconosciuta agli europei, ma estremamente popolare in Russia, nonostante le evidenti stranezze che presenta (o forse proprio per queste).

Analizzando nel dettaglio queste tendenze di pensiero, scopriremo il lato irrazionale della mentalità dello stesso leader russo, Vladimir Putin, e potremo ragionare sui suoi legami con un certo “assolutismo magico”. Ci troveremo a muoverci tra invenzioni storiografiche, falsificazioni, cospiratori di regime e personaggi che sembrano usciti da unо dei romanzi d’appendice tanto cari a Umberto Eco, scrittore di cui ho tradotto tanti libri in lingua russa. E, a tal proposito, non possono non pensare a romanzi come Il pendolo di Foucault e Il cimitero di Praga, costruiti proprio sulla contraffazione della Storia.

Da anni gli analisti osservano come Putin sia vicino a una ideologia molto attuale in Russia che si basa su una corrente filosofica nota come Noomachia (“Guerra tra civiltà”) e su la dottrina politica già citata di Russkij Mir (“Universo russo”). Quest’ultimo termine è stato scelto per definire l’utopia di uno stato ideale che unisca tutti i territori nei quali vivono, o hanno vissuto, etnie russe. Ivi comprese le terre dove vissero in tempi remoti, nell’era della mitica “civiltà primordiale slava”. È da qui che ha origine l’ossessione dei russi per la penisola di Crimea. Secondo il concetto di Russkij Mir, le terre “ancestrali slave” prima o poi si concentreranno attorno alla poderosa Terza Roma, ossia Mosca, seguendo la profezia del mitico eremita Filoteo (1533 circa).

Per comporre i pezzi di questa Russia ideale, bisogna che nasca un superuomo, un moderno Messia. Un canone arcano gli impone, prima di agire, di aspettare la data fatale: il momento in cui sarà finita una grande peste, la Morte Nera che falcerà i popoli, come indicato nell’Apocalisse.

Ormai la messe è pronta. Il “Raccoglitore di tutte le terre russe” è l’appellativo che spetta al mitico condottiero, consacrato a ciò che nel suo ambiente è noto come “il Piano”.

Parlando ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa con Olaf Scholz il 15 febbraio 2022, Putin malignamente profetizzò enigmatico: «Tutto procederà secondo il Piano». Alla domanda sulla consistenza del Piano si rifiutò di rispondere, tuttavia ribadì con insistenza: «Il Piano, noi sappiamo qual è».

Nel suo nuovo discorso rivolto alla nazione russa ha poi ribadito: «Noi procediamo secondo il Piano». Il Piano, come possiamo vedere oggi, a quanto pare prevedeva bombardamenti di civili, orfani, vedove, incendi, bambini uccisi, prevedeva braccia e gambe strappate ai giovani soldati russi freschi di leva. Prevedeva che la centrale atomica di Zaporizhia si trasformasse in una bomba a orologeria, che le scorie atomiche di Chernobyl fossero minacciate dai colpi dei razzi, e gli abitanti dell’Europa ostaggi dei ricatti russi.

La cosa peggiore è proprio che si tratta di un piano, cioè di un disegno redatto a priori e indipendente da qualsiasi trattativa, concessione o lusinga. È il Piano del Grande Capo, che i suoi servitori non possono discutere. Non ha quindi senso, verrebbe amaramente da concludere, sperare che le trattative funzionino.
Tanto più che a guida della delegazione russa c’è Vladimir Medinsky, un piccolo funzionario troppo in basso nei ranghi della nomenclatura. Non è un militare, non è un diplomatico, ha fatto studi di Storia ed è stato più volte smascherato su lacune nella preparazione, diventate ormai sapidi aneddoti. Stalinista. In più, cosa peggiore di tutte, sfegatato adepto dell’idea del Russkij Mir, legata alla Nuova cronologia teorizzata dal professor Anatolij Fomenko.

Fomenko parte da una supposizione totalmente fantasiosa, secondo la quale tutta la storia umana sarebbe stata falsificata a bella posta nel sedicesimo secolo da cronisti europei capeggiati da Giuseppe Giusto Scaligero. Proprio così, falsificata materialmente: sarebbero stati rimpiazzati tutti i libri in tutte le biblioteche del mondo, mettendo al loro posto «libri falsi, prodotti da conoscitori della calligrafia antica, con l’utilizzo di pergamene invecchiate e di inchiostri diluiti per farli sembrare pallidi, con l’apposizione di sigilli contraffatti». Astutamente, i regnanti di quell’Occidente chiassoso e frammentato si sarebbero messi in combutta con i Romanov, una «dinastia di veri impostori e falsari di stirpe tedesca», e con la loro complicità sarebbero riusciti a falsificare i libri di Storia, cancellando il glorioso passato dei russi. In tal modo fu inculcato ai russi un complesso di inferiorità che segnò da allora in poi tutti gli eventi della storia moderna e contemporanea.
Ora è arrivato il tempo di ripristinare la giustizia e porre fine all’umiliazione storica del «grande popolo russo». E incombe la minaccia che questa delirante “cronologia” possa persino entrare a fare parte dei programmi di studio della scuola dell’obbligo nella Federazione russa!

da “Nella mente di Vladimir Putin”, di Elena Kostioukovitch, La Nave di Teseo, pagine 36, euro 1,99 (e-book)